Svolgere un’attività, qualsiasi essa sia, rappresenta un momento di grande emozione e soprattutto di notevole entusiasmo. Così deve essere.
Chi decide di praticare un’attività professionale, collegata ad un’attività di impresa, come l’organizzazione e la gestione di uno studio dentistico, spesso è spinto da questa eccitazione di avventura e di successo frutto dell’attività professionale.
È naturale per chi ha deciso di essere un odontoiatra, un clinico, un medico, un chirurgo, un terapeuta, non percepire le difficoltà che potrebbero generarsi in futuro dall’esercizio dell’attività professionale, oppure aver paura di percepirne troppe…
Soprattutto se, sull’onda della passione, si tende a rendere troppo complessi, oppure a banalizzare, alcuni processi produttivi del “rischio di impresa”, che non hanno nulla a che fare con il rischio professionale. Quest’ultimo si può assicurare, mentre il primo, quello di impresa, può solo essere gestito!
Il “rischio di impresa” economico è quella particolare incertezza che deriva dalla impossibilità di pareggiare i costi con i ricavi e dalla mancata produzione di profitti soddisfacenti.
Il “rischio di impresa” giuridico è quello di dover affrontare numerose cause o contenziosi derivanti da una gestione non attenta delle risorse umane. Ma esiste anche un “rischio di impresa” logistico, legato a spazi inadeguati normativamente ed insufficienti dal punto di vista organizzativo.
Pensate che potremmo anche parlare di un rischio di impresa nella comunicazione, quando i flussi di informazione in entrata ed in uscita, non circolano regolarmente generando un feedback utile alla definizione dei processi decisionali corretti.
In pratica il “rischio di impresa” è la peculiare caratteristica che si associa a qualsiasi imprenditore. Intraprendere e rischiare sono due parole che vanno di pari passo!
La gestione dello studio dentistico oggi è materia complessa, in cui si integrano risorse umane, di mercato ed economiche, ponderate da aspetti giuridici, fiscali e finanziari.
Di seguito voglio enunciarvi alcuni princìpi generali che ispirano la filosofia degli argomenti del Corso Pratico Annuale (CPA) di gestione dello studio odontoiatrico:
Il Marketing può risolvere le criticità di sviluppo della professione? Possiamo trarre esperienze e modelli?
- Il marketing (termine anglosassone, spesso abbreviato con mktg) è un ramo dell’economia che si occupa dello studio descrittivo del mercato e dell’analisi dell’interazione degli utilizzatori con l’impresa.
- Il termine prende origine dall’inglese market, cui viene aggiunta la desinenza del gerundio per indicare la partecipazione attiva, cioè l’azione sul mercato stesso.
- Marketing significa letteralmente “posizionare sul mercato” e nella sanità significa “Non vendere ma farsi preferire”. La centralità del paziente è alla base di qualsiasi strategia di marketing sanitario. Il successo non è dato dal prezzo di una prestazione fine a se stessa, ma da come il paziente/cliente percepisce la qualità ed il servizio delle persone e dell’organizzazione. Il Marketing sanitario comprende quindi tutte le azioni aziendali riferibili al mercato e destinate al posizionamento di prestazioni e servizi diretti alla persona, considerando come finalità il profitto abbinato all’efficacia terapeutica, essendo in un ambito come quello della salute e come causalità la possibilità di avere servizi capaci di realizzare tale operazione.
Livello 1 – far conoscere
Livello 2 – differenziare
Livello 3 – generare servizi ad alto Valore Aggiunto
Livello 4 – personalizzare la Qualità Percepita
Livello 5 – essere “lovely brand”, cioè rendere emotivamente coinvolgente l’acquisto da parte del cliente.
Livello 6 – garantire la redditività economica e gestire positivamente il rischio di impresa.
Alcuni ancora storcono il naso, purtroppo con evidente anacronismo, quando si parla di “cliente” del dentista, sebbene la stessa Corte Suprema di Cassazione, abbia così definito il paziente…
Attenzione però, questo non significa che si debba adottare un marketing mercificatorio centrato sul prezzo e sulla scontistica selvaggia. Nel CPA insegnamo il Marketing Etico, basato sulle strategie di Referral Program, un passaparola evoluto, scientifico, che integra le persone e le risorse anche con il Web 2.0. Sappiamo che il Marketing è come un farmaco, troppo Marketing intossica, insospettisce ed allontana i clienti, poco marketing non serve, non raggiunge gli obiettivi.
Esattamente come il farmaco, il Marketing può in alcuni casi produrre effetti avversi, ma può guarire la patologie aziendalistiche a volte asintomatiche!
Esistono diverse tipologie di Marketing e se decidete di intraprendere una “campagna di comunicazione e di sviluppo del mercato”, scegliete sempre una strategia che abbia un reale sistema di misurazione, con persone competenti, analizzate sempre i rischi che spesso sono latenti.
Gli obiettivi della vostra campagna di comunicazione sono la cosa più importante, sono come la diagnosi che fate al paziente. Serve un’analisi delle risorse ed uno studio del mercato, occorre capire gli investimenti ed il ritorno che da questi vi aspettate di raggiungere, bisogna dividere e formalizzare le responsabilità’, è necessario valutare l’effetto sulle aspettative e l’analisi delle capacità produttive, …importante anche gestire la motivazione del Team, sviluppare la comunicazione Web, Internet, Social Media, … puoi scopri di più con il Corso di Web Marketing Arianto Consulting
Se chiedete aiuto, cercate consulenti affermati, esperti e professionali, diffidate sempre di chi non ha ancora molta esperienza o che al massimo ha avuto capacità o fortuna sul proprio studio, ma non le conoscenze scientifica di una professione specifica, quella del marketing sanitario.
Non improvvisatevi, pensate al Marketing come ad un antibiotico, lo so che la metafora è un po’ …ma è proprio così.