Risorse economiche: costi, ricavi, investimenti, fisco e rischio d’impresa.
Un cocktail da miscelare sapientemente.
Partiamo dal titolo… dalla metafora del cocktail. Quali sono gli ingredienti?
Il Costo: corrisponde ad una spesa che serve per la produzione di servizi o di beni.
I costi si distinguono in:
Costi Indiretti (Fissi), che non variano all’aumentare della produzione. Si dicono Indiretti perché agiscono in modo indiretto rispetto ai ricavi entro il limite della massima capacità produttiva. Un esempio tipico è lo stipendio del dipendente dello studio che prende lo stipendio e quindi il costo agisce indipendentemente dal numero di pazienti che frequentano lo studio.
Costi Diretti (Variabili), questi costi invece variano al variare della quantità di servizi erogati o di beni acquistati per svolgere prestazioni. In questo caso se avete speso per un composito, significa certamente che avete curato un paziente…
Semifissi (Semivariabili), aventi una componente fissa e una variabile, quando prevale quella fissa si ha un costo semifisso, quando prevale quella variabile si ha un costo semivariabile. Parliamo del materiale monouso e del costo della sterilizzazione.
Costi Totali, sono semplicemente la somma dei costi fissi e dei costi variabili.
Costi Marginali, se avete raggiunto la massima capacità produttiva, impiegando le vostre risorse a regime, questi costi corrispondono al costo di un’unità aggiuntiva prodotta. Sono la variazione nei costi totali di produzione che si verifica quando si varia di un’unità la quantità prodotta (è la derivata del costo totale rispetto alla quantità prodotta).
Costi Medi (Unitari), sostenuti per la produzione di un prodotto standardizzando i processi produttivi.
Il Ricavo, corrisponde al denaro incassato dalla vendita dei prodotti. Anch’esso può essere marginale, totale e medio.
Il Ricavo Marginale è il vostro fatturato rispetto alla quantità di prestazioni erogate. Poiché in odontoiatria non si possono producono beni “immagazzinabili”, indica l’incidenza di variazioni delle vendite nel fatturato complessivo.
Il Ricavo non deve essere confuso con l’Utile dato dalla differenza tra ricavi e costi se i ricavi sono superiori.
Se i Costi sono superiori si ha la Perdita.
Il Prezzo è il valore economico delle prestazioni, ma che può variare in base al variare della domanda e dell’offerta oppure del territorio. Il Prezzo minimo deve corrispondere al rapporto fra il ricavo totale desiderato per singola prestazione ed il quantitativo di costi e lavoro necessario per produrla.
L’Investimento è una spesa ma che attraverso l’uso di capitali serve per l’acquisizione di nuove risorse (materiali oppure umane) per ottenere un maggior ricavo futuro o incrementare la qualità della vita personale. Queste spese in genere sono dedicate all’acquisto di impianti, di macchinari, di immobili, di materie prime. Si parla di investimenti anche quando ci si riferisce a risorse come la formazione del personale.
Il Fisco è l’insieme dei rapporti patrimoniali di diritto pubblico dello Stato, la raccolta che serva a generare la “cassa”. Il Diritto Tributario, quale branca del Diritto Pubblico regola i mezzi e le procedure per il reperimento delle risorse finanziarie necessarie al finanziamento della spesa pubblica in generale, ossia delle spese che lo Stato e gli Enti pubblici devono sostenere per potere svolgere le loro funzioni. Da qui la definizione tra le Imposte, che sono prestazioni patrimoniali richieste in assenza di una diretta correlazione con un servizio pubblico (Imposte sul reddito); dalle Tasse, che sono prestazioni patrimoniali imposte, ma sono giustificate dalla fruizione di un servizio pubblico essenziale (Bollo dell’Auto).
Il Rischio dell’impresa si compone del rischio economico (costi/ricavi), del rischio finanziario (liquidità/indebitamento) e rischio patrimoniale (attività/passività).
Ecco un cocktail…
Se aumentano i costi, senza aumentare i ricavi, allora si riduce il margine di profitto, aumenta il rischio di impresa che se non gestito immediatamente nel tempo, intacca lo stato patrimoniale dello studio e determina una sofferenza finanziaria…
La causa di questo cocktail non è data dagli ingredienti ma da chi li mette insieme!
Il Mercato direbbe qualcuno, cioè fatti esterni alla corretta gestione dello studio che da anni quel professionista aveva costruito… Ed invece no. Perché il mercato va interpretato, va previsto, va analizzato, governato, dominato. Senza investimenti ad esempio non si può essere competitivi proprio sul mercato. Quindi il dentista deve saper prendere le giuste decisioni e comprendere questi ingredienti e le loro combinazioni. Nel vostro studio nessuno meglio di voi può farlo, se acquisite il know how, la formazione, le conoscenze. Non si tratta di calcolare quante tasse pagare, ma di essere dei validi amministratori di se stessi e delle proprie risorse economiche, umane e di mercato.
Altri direbbero che è tutta colpa della Pubblicità che ha cambiato le regole del settore sanitario ed in particolare odontoiatrico. Posso anche pensare che abbia ragione in questa visione, ma detto ciò cosa fare? Non possiamo lottare contro mulini a vento e riscrivere il romanzo di Cervantes “Don Chisciotte e Sancio Pansa”…
Se questi sapessero che esiste il marketing etico, e che dire marketing non significa dire pubblicità, anche perché potrebbe essere che una corretta analisi di marketing sancisca che per quello studio non sia utile fare pubblicità…
Se questi sapessero che il marketing è studio ed analisi di mercato, geolocalizzazione, comunicazione, neuroscienze, economia, gestione manageriale della reputazione. A proposito, si parla anche Rischio di Reputazione (Brand Reputation e Web Reputation), all’interno di rischio di impresa oggi.
Altro cocktail…
Se invece aumentano le imposte in mancanza liquidità? Causa di investimenti costanti senza preoccuparsi di pianificare la corretta liquidità, per causa di una mancanza della politica fiscale, magari perchè nel frattempo si è optati per una strategia di marketing del prezzo a ribasso per acquisire un mercato in modo aggressivo…
Senza adottare quelle necessarie strategie per governare le risorse economiche, la qualità clinica e la stessa qualità della vita del professionista e del suo team ne subirà ripercussioni negative.
Qui in tanti, quando si parla di pressione fiscale, si scatenano dando la colpa allo Stato. Certamente dobbiamo migliorare il nostro Paese, questo lo dicono tutti e nel frattempo?
Non pagare le tasse e le imposte, significherebbe solo mettere a rischio maggiore la propria attività. Quindi occorre una corretta politica del prezzo, della produzione, della pianificazione degli investimenti e non serve solo essere dei buoni dentisti clinicamente…
Forse non serve neanche solo pagare le imposte e le tasse, ma gestirle in modo corretto. Non voglio ribadire l’importanza della pianificazione fiscale oggi fondamentale per un libero professionista, ma molti dentisti non sanno purtroppo calcolare il costo delle proprie prestazioni, non conoscono il proprio costo orario con il costo produttivo (che è proprio, non è uguale per tutti, non si legge su un giornale, ma si deve calcolare personalmente). Moltissimo dentisti non hanno mai costruito un flusso di cassa che permetta loro di avere sotto controllo l’andamento della propria attività, fiscalmente ed in termini di liquidità.
Quante volte ho sentito dire da alcuni odontoiatri che nonostante producessero un fatturato discretamente soddisfacente, tra costi ed imposte, l’utile era cosi misero da fargli pensare che non valesse più la pena di lavorare, visto che la professione sanitaria contiene insiti anche rischi professionali, oltre che economici…
Il Flusso di Cassa ricostruisce, mese per mese, voce per voce, i flussi monetari (la differenza tra tutte le entrate e le uscite) dello studio dentistico o dell’attività del profesionista nell’arco del periodo di analisi, in questo caso l’anno.
Il Flusso di Cassa rappresenta realmente una misura dell’autofinanziamento dell’attività libero professionale. Il Flussi di Cassa può essere oggettivamente calcolato a partire dal conto economico dello studio (costi e ricavi). L’obiettivo è avere sempre sotto controllo una pianificazione generale dalla quale poter correttamente partire per tutte le decisioni di management.
Costi, ricavi, investimenti, fisco e rischio d’impresa. Un cocktail da miscelare sapientemente. Decisamente.
Non e difficile acquisire queste competenze, ma il punto non è questo, non è la facilità o la difficoltà, bensì la necessità che deve muovere tutti i professionisti nel dedicare parte della propria formazione per generare quelle competenze che oggi sono fondamentali per gestire un’attività complessa come è diventata quella di titolare di studio odontoiatrico….
Vuoi imparare a gestire in modo corretto le risorse economiche del tuo studio?
Scopri il corso di Gestione Economica dello studio Odontoiatrico https://www.arianto.it/gestione-economica-dello-studio-odontoiatrico/